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Endometriosi: coinquilina a sorpresa!

  • fatalampadina
  • 24 ago
  • Tempo di lettura: 2 min


Quando mi fu diagnosticata l’endometriosi, pensavo fosse una cosa passeggera.

Tipo ospite imprevisto: due giorni di disturbo e poi “arrivederci e grazie”.


Invece lei ha deciso di restare.

All’inizio era discreta: qualche fastidio ogni tanto, come la radio accesa troppo presto la mattina.

La senti, ti dà noia, ma riesci ancora a portare avanti i tuoi piani.



Da ospite tranquilla a coinquilina invadente


Col tempo, la mia coinquilina a sorpresa ha iniziato a prendersi più libertà.

Prima si è scelta un angolino, poi il corridoio, poi la cucina… e senza che me ne accorgessi ha messo mano persino alla mia agenda.


Ci sono giorni in cui sembra lasciarmi carta bianca: io decido, organizzo, guido.

Poi ci sono giorni in cui prende lei il volante della macchina della mia vita.

Il problema? Non ha mai preso la patente.

Quindi la giornata parte bene e poi… tac, una curva improvvisa, una frenata, e ci si ritrova dal “meccanico”.



Dal meccanico… e che conto!


Il meccanico, nel mio caso, è una lista infinita di visite, esami, controlli.

Ogni volta che ci vado, lei si diverte a trasformare la mia agenda in un puzzle e il mio portafoglio in un salvadanaio vuoto.

A volte, proprio come con l’auto, il conto è un salasso.

Solo che almeno l’auto non ti dice: “Oggi restiamo in garage, perché sì”.



Giorni “sì”, giorni “così” e giornate in officina


Convivere con l’endometriosi significa che il mio calendario è un misto di piani personali e appuntamenti imposti.

Ci sono giornate “sì”, in cui riesco a fare tutto, anche cose extra.

Poi ci sono quelle “così”, in cui devo limare gli impegni.

Infine ci sono le giornate “in officina”, quelle in cui lei decide che è ora di “tagliando”: visite specialistiche, esami del sangue, ecografie… insomma, il pacchetto completo.



La mia regola per andare avanti


Non posso mandarla via, ma posso decidere come affrontarla.

A volte vado veloce, altre vado piano, e altre ancora devo parcheggiare un attimo per ripartire più tardi.

L’importante è sapere che, qualunque sia il ritmo, sto comunque andando avanti.


Così, tra deviazioni, curve improvvise e soste forzate, siamo ancora qui: io e la mia coinquilina a sorpresa.

Lei crede di guidare… ma io ho imparato a usare il navigatore.

Magari non posso scegliere sempre la strada più veloce, ma so dove voglio arrivare.

Qualche volta mi tocca fare un pit stop in più, ma pazienza!

Riparto, anche solo di un metro alla volta.

Perché non conta quanto vado lontano oggi, conta che sto andando avanti. Sempre.


E tu, quale stratagemma usi per tenere il volante della tua vita… anche quando c’è qualcuno che vuole guidare al posto tuo? 🚗



P.S. Ho raccontato la mia esperienza con l’endometriosi, con un mix di verità e ironia, nel mio libro La Fenice Sgangherata.

Non è un manuale medico, ma un viaggio tra emozioni, imprevisti e piccoli passi avanti.

Parte del ricavato sarà donata alla ricerca, perché insieme possiamo fare la differenza.


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